Teatro

Dalla carta ai nuovi media: riflessioni sui percorsi della critica teatrale

Dalla carta ai nuovi media: riflessioni sui percorsi della critica teatrale

Il cambiamento epocale dalla carta stampata che stentoreamente resiste ai nuovi media, vede l’incredibile vitalità di questi ultimi evolversi man mano, in base ai cambiamenti di gusti, di comunicazione, di tecnologia e di percezione. E, in un misto tra essi, oggi il lettore arriva alla notizia tramite i social network, prima ancora che dalla testata giornalistica.

Nella tavola rotonda “Critica e prospettive. Dalla carta stampata ai nuovi media: i percorsi della critica teatrale” il 26 luglio scorso a Rieti, nell’ambito del festival RIC, con Anna Bandettini di “La Repubblica” e Andrea Porcheddu de “L’inkiesta.it” in veste di moderatori, il tema più emerso è stato quello economico. Poi, quelli della modalità della scrittura e della diffusione.

La maggior parte dei critici - ha sottolineato Camilla Tagliabue de “Il fatto quotidiano” - siano essi giornalisti, blogger o esperti a vario titolo, lavorano per poco o niente. Soprattutto nelle testate giornalistiche online. Le hanno fatto eco i presenti, compreso Franco Cordelli de “Il Corriere della Sera”, unico estraneo al concetto di web, il quale ha poi auspicato che la scrittura online assomigli sempre più a quella saggistica in quanto, dice, il mestiere del critico è di far durare la cultura.

L’interesse per la qualità della scrittura è anche di Mario Bianchi di “Eolo – Rivista online di teatro ragazzi”, unica del genere, intervenuto a fine incontro, e per il quale le vicissitudini del teatro ragazzi sono le stesse del teatro di ricerca.

A relazionare invece l’aspetto archivistico e la responsabilità del web come diffusore della cultura ci hanno pensato prima Oliviero Ponte di Pino, decano dei siti dedicati al teatro (prima www.olivieropdp.it, poi “Ateatro.it”) che, a scapito dei numeri e dell’immediatezza comunicativa, sostiene che gli esperti di spettacolo su web sono necessari per mantenere la memoria di ciò che viene rappresentato, poi Roberta Ferraresi de “Il tamburo di Kattrin.com”: sebbene, dice, la critica non corrisponda e non sfrutti tutte le qualità del web nei suoi veloci mutamenti, rispetto al cartaceo da la possibilità di condividere ed aggregare contenuti ed è utile sia per chi fa teatro sia per chi lo studia.

La carta stampata, nota Rossella Battisti esperta di danza per “L’Unità”, insegue le novità comunicative della tecnologia anche a livello di grafica dopo essersi creato un campo di battaglia per un posto, il web, che, in realtà, non esiste fisicamente. Evidentemente, però, non tutte le persone lo raggiungono se Simone Nebbia di “TeatroeCritica.it”, testata giornalistica online che sta conducendo un laboratorio di visione e scrittura critica a Rieti, presente in sala, spiega che ha voluto espressamente che “L’invasione – Quotidiano di informazione critica del festival Regione Invasioni Creative 2014/Rieti”, fosse in forma cartacea per poter arrivare a tutti i cittadini. E, riguardo al metodo di lavoro, si avvicina alle parole di Tommaso Chimenti di “Rumor(s)cena.com”, per il quale soprattutto nelle testate giornalistiche online, la deontologia professionale è acquisita direttamente sul campo.

In un clima nazionale nel quale le testate cartacee chiudono e quelle web proliferano, non appare quindi un caso se i critici dell’online sono dentro tutti i premi dedicati allo spettacolo. E per giunta, si rifletteva, sono anche stati inseriti nella recente Commissione per il Teatro del Ministro Franceschini. Ben due di essi, freschi di nomina, erano presenti alla tavola rotonda: Oliviero Ponte Di Pino e Roberta Ferraresi.

In questa complessità, in cui la critica su web è strumento, memoria e informazione, l’importante, dice alla fine la Bandettini, è "difendere l’esercizio critico".

La domanda di Teatro.it: In questo marasma di cambiamenti sia teatrali che della critica, come si inserisce la critica italiana all’interno della critica teatrale europea?
Risponde Oliviero Ponte Di Pino: "Stiamo cercando di mettere in piedi alcuni rapporti. Ieri c’era un critico tedesco che era lì al “gabbio” con noi a Volterra [incontro di “Rete Critica”, ndr]. Però, la mia sensazione, per quello che giro io, è che la scena della critica in rete italiana (e anche la scena italiana con tutti i suoi fermenti) sia più vivace di quella che c’è in altri Paesi. Cioè, credo che la quantità di persone che sono appassionate di teatro e che ne scrivono in rete in Italia sia maggiore di quella che c’è all’estero. Un altro problema, in realtà, dipende da vari motivi: uno è la vivacità della scena italiana; il secondo è la scarsa qualità dei giornali italiani sul versante critico. Cioè: se uno prende i giornali, ma anche i siti dei giornali stranieri, e li confronta con quelli italiani capisce che all’estero la critica, non solo di teatro, ha un peso e un ruolo che nei giornali italiani e nei miti italiani in generale è andata perdendo. Quindi questa ipertrofia, in qualche misura, della rete è anche il sintomo di un grosso problema."